Il nostro speciale itinerario dedicato al nuragico prima di Tharros, ci permetterà di riflettere su uno dei temi più scottanti dell’archeologia sarda: l’interazione tra fenici e nuragici nel territorio del Sinis.
Il centro urbano di Tharros si affaccia sul golfo di Oristano e si trova nel territorio comunale di Cabras, immerso nel paesaggio della Penisola del Sinis. La storia millenaria di questo insediamento, infatti, incomincia proprio in età nuragica, quando, durante il Bronzo Medio avanzato (1500-1350 a.C.), fu fondato un villaggio sulla collina di Murru Mannu composto da più capanne e un piccolo nuraghe monotorre. Ad oggi, questo costituisce l’unico insediamento nuragico del Sinis di Cabras ad essere stato indagato in maniera stratigrafica. La sua vicinanza al mare ha permesso all’abitato di Murru Mannu di sviluppare in maniera precoce contatti con il Mediterraneo orientale, come testimoniato dal rinvenimento di ceramiche d’importazione micenea.
Quando tra il VIII-VII secolo a.C. le popolazioni fenicie approdarono lungo le coste della futura Tharros, il villaggio di Murru Mannu era già stato abbandonato da qualche secolo, ma di con tutta probabilità chi approdò non trovò un territorio totalmente disabitato. Tuttavia, ad oggi non sappiamo l’esatta ubicazione dell’abitato fenicio. Tharros è ancora oggetto di scavi, e speriamo che presto vengano alla luce testimonianze più precise sul rapporto tra le popolazioni nuragiche e quelle fenicie. Di questo e molto altro parleremo visitando il Museo di Cabras, che ospita importanti reperti nuragici e fenici rinvenuti nel Sinis, ed esploreremo il sito archeologico di Tharros da una prospettiva non convenzionale, approfondendo appunto il rapporto tra le antiche popolazioni nuragiche e quelle fenicie.
In questa visita potremo:
La visita si svolgerà dalle 16:00 alle 19:00 di sabato 2 agosto. Il luogo di incontro è il Museo di Cabras. La visita al museo durerà circa un’ora.
In trenino e a piedi, a seconda della disponibilità
Ci sposteremo poi a San Giovanni di Sinis dove in trenino o a piedi, a seconda della disponibilità, raggiungeremo l’area archeologica di Tharros. Qui, dopo una panoramica dalla Torre spagnola di San Giovanni di Sinis, visiteremo il colle di Murru Mannu. La visita a Tharros durerà un’altra ora circa.
Visitare il Sinis paleocristiano con una nostra guida professionista dedicata, sarà un’esperienza emozionante. Si tratta di una delle regioni della Sardegna più ricche di storia: collocato nella parte centro-occidentale dell’isola, famosa per i paesaggi incontaminati e per i siti archeologici, il Sinis conserva ancora oggi alcune delle più antiche testimonianze della cristianità: la chiesa di San Giovanni di Sinis, e l’ipogeo di San Salvatore nel territorio di Cabras.
La prima tappa del nostro itinerario sarà proprio l’ipogeo di San Salvatore. Questa struttura sotterranea, composta da molteplici ambienti scavati nella roccia, si localizza al di sotto dell’omonima chiesa. Gli studiosi ne interpretano l’origine come tempio ipogeico pagano, dedicato a divinità salutifere e dispensatrici di vita, costruito intorno ad un pozzo sacro risalente all’età nuragica. La probabile frequentazione cristiana del sito è testimoniata al suo interno dalla presenza di altari, ma anche dal rinvenimento nelle immediate vicinanze di lucerne con cristogramma e uno spillone bronzeo con formule cristiane ben auguranti. A circa 100 metri più a est rispetto alla chiesa, si collocano i resti delle terme romane di Dom’e Cubas. L’edificio, datato tra il III-IV secolo a.C., è quindi contemporaneo all’ipogeo di San Salvatore. All’interno dell’area sono ancora visibili un apodyterium; un frigidarium dotato di due vasche; un tepidarium circolare; un calidarium; un praefurnium con suspensurae per il riscaldamento dell’acqua contenuta all’interno delle vasche.
Spostandoci in macchina verso la seconda tappa, a pochi km di distanza, visiteremo la chiesa di San Giovanni di Sinis, una delle strutture paleocristiane più antiche della Sardegna. Questa, situata a pochi passi dal mare, fu edificata in un’area funeraria utilizzata dall’età fenicia sino a quella altomedievale (VII a.C.-VI d.C.). La chiesa, frutto di continui rimaneggiamenti e restauri nel corso dei secoli, presenta un’aula rettangolare dotata di transetto e divisa in tre navate. Al centro, proprio all’incrocio tra la navata centrale ed il transetto, si sviluppa il corpo cupolato, riferito ad un originario edificio a croce greca iscritta in un quadrato risalente al VI sec. d.C. In occasione degli scavi del 1991, gli archeologi hanno riportato alla luce all’interno della chiesa, e poco più a sud della stessa, i resti di un precedente edificio con abside associato a diverse sepolture. Questa scoperta ha fatto ipotizzare che la prima basilica fosse di tipo funerario, e che sopra di essa sia stata poi costruita quella attuale, forse edificata nel corso del V secolo d.C., o al massimo nei primi anni del VI secolo d.C.
In questa visita potremo:
La visita si svolgerà dalle 10:00 alle 13:00 di domenica 16 giugno 2019. L’appuntamento è davanti alla chiesa di San Salvatore di Sinis, Cabras (Oristano). La visita all’ipogeo di San Salvatore durerà circa 30 minuti, poi visiteremo l’area delle terme e in fine ci sposteremo a San Giovanni di Sinis per visitare l’antica chiesa paleocristiana.